TERME DEI PAPI

TERME DEI PAPI, LE ANTICHE SORGENTI DI VITERBO

Nel cuore della Tuscia, a 80 chilometri a nord di Roma, fin dall’antica civiltà etrusca, la cultura delle terme era largamente diffusa tanto da ispirare e diventare un vero e proprio culto per tutta la successiva civiltà romana.

In particolare le vestigia delle terme romane si snodano per undici chilometri lungo l’antica via Cassia, alla periferia di Viterbo, assumendo particolare rilevanza in prossimità delle tre principali aree termali: Aquae Passeris, Paliano e, la più importante, Bullicame, testimoni dell’importanza dell’area gli scritti di Strabone, Tibullo, Simmaco, Marziale e Scribonio Largo, medico dell’Imperatore Tiberio.

Il medioevo vede le Terme diventare meta privilegiata dei Pontefici, primo su tutti Gregorio IX, Bonifacio IX divenne un altro assiduo frequentatore delle Terme di Viterbo per curarsi con le acque e i fanghi i “gravi dolori delle ossa”.

Fu successivamente, nel 1450, che Papa Niccolò V decise di costruirvi un vero e proprio centro termale personale, che da quel momento divenne le Terme dei Papi, munito di tutti i comfort e impreziosito di architetture che solo un Papa poteva permettersi, facendo costruire uno splendido palazzo. Quella costruzione dalle mura merlate, le belle finestre a croce e le sale ricoperte da grandi volte, si chiamò da allora il “Bagno del Papa”.

FUNZIONALITÀ, LOGISTICA ED ESTETICA

La bellezza dei luoghi e gli effetti curativi furono poi citate e riconosciute anche da due dei più celebri artisti italiani: Dante Alighieri, che le citò nella Divina Commedia: “Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici tal per la rena giù sen giva quello …” e Michelangelo Buonarroti che ne disegnò degli schizzi a penna.

Alle Terme, una stupenda piscina monumentale di 2.000 mq arricchita da getti d’acqua, è alimentata dalle acque della sorgente, ma il gioiello è senza dubbio rappresentato dalla grotta naturale dalla quale fuoriesce l’acqua termale formando delle colonne di calcare ed emanando vapori benefici per la pelle, le vie respiratorie e per le articolazioni.

Marcello Ceccaroli, architetto romano convinto che realizzare alberghi richieda una forte specializzazione prima di tutto da parte del professionista per essere anche e soprattutto il miglior consulente del committente, a partire dal piano di fattibilità dell’albergo, per dare risposte precise a domande  sul senso: perché un albergo, quali debbano essere le sue funzioni specifiche, in quel luogo e per quale servizio, rivolto a quali target di clientela ed espressione di quale proprietà e gestione, come l’idea progettuale si esplicita e si realizza attraverso forme, materiali e funzioni.

Proprio la funzionalità, unita alla logistica ed all’estetica sono i parametri fondamentali che devono ispirare il lavoro del progettista alberghiero.

ILLUMINAZIONE CUSTOM MADE BY LUMIS

In perfetta linea logica l’Architetto Ceccaroli ha coinvolto nel progetto LUMIS, come costruttore di apparecchi di illuminazione, affidando all’azienda la realizzazione delle sue idee progettuali, confidando nella esperienza dell’azienda, specializzata nel settore alberghiero, di 30 anni di produzione totalmente italiana.

Tutte le stanze sono arredate con un sapiente mix di moderno e tradizionale, a partire dalla scelta dei materiali, che trasforma lo spazio in preziosa accoglienza, con apparecchi LUMIS appositamente realizzati per unire alla qualità l’attenzione alla lunga durata.

Negli spazi comuni un lampadario di 3 metri di diametro arricchito di 100 pendenti di ottone, “gemme” di plexiglass e led ad illuminare il volume, riprende perfettamente il concetto di magnificenza voluto da Papa Niccolò V.

Sul bar una struttura in ottone bronzato con strisce led e 1000 gocce cilindriche in vetro arredano il locale trasportando l’ospite in una dimensione sospesa nel tempo.

L’Hotel Niccolò V, di proprietà della famiglia Sensi, è stato ampliato dall’ Arch. Ceccaroli per ospitare 38 camere, prestige e luxury.